È andata. Un sospiro di sollievo grosso così per il Trento Film Festival, chiusosi ieri. Non solo perché, nonostante la pandemia di Sars-Cov-2 e lo slittamento in una stagione meno usuale per l’evento, il pubblico ha risposto in modo egregio. Ma anche perché, come spiegato dal presidente Mauro Leveghi, si è dimostrato che una manifestazione del genere è possibile, con le precauzioni del caso. E non era una partita semplice, specie per una 68esima edizione diffusa sul territorio trentino, e non limitata alla città. Sopra le aspettative degli organizzatori la risposta del pubblico nelle località turistiche, così come il responso dello streaming. Un TFF che, come sottolineato da Leveghi, si porterà dietro molto.
I dubbi, le incognite, le paure erano molte. Perché il Trento Film Festival è prima di tutto Trento. Chi lo ha seguito in tempi non di emergenza sanitaria sa che il connubio fra il capoluogo trentino e il festival è indissolubile. Per una manciata di giorni, fra aprile e maggio, la città del Concilio si trasforma. E si respira ancora di più la montagna, le sue persone, i suoi protagonisti. Un lungo fiume di appassionati e giornalisti che scorre da piazza Fiera al Duomo, passando per via Manci, tra i cinema che trasmettono ora il documentario sulle pareti più remote, ora la storia dei pastori che rendono vitale l’economia di montagna. E, nel mezzo, si incontrano vecchi amici, si fanno progetti, si discute di come l’ambiente montano sia in pericolo. Il TFF è sempre stato qualcosa di più di un festival di cinematografia. Poi, però, è arrivato il nuovo coronavirus Sars-Cov-2. Prima lo stop all’edizione primaverile, causa lockdown. Infine, l’idea di farlo a fine estate, con tutte le variabili del caso. Prima fra tutte, il meteo, spesso ballerino a fine agosto. E infatti, le condizioni meteorologiche non hanno aiutato i primi giorni del TFF. Il tutto senza dimenticare la nuova condizione del festival, diviso fra 20 località del Trentino. Dal Garda alle valli, per andare a intercettare i turisti rimasti dopo Ferragosto.
Poteva essere un azzardo, ma così non è stato. Certo, come ha rimarcato Leveghi, ci si poteva forse aspettare qualcosa di più dalle proiezioni in sala, ma con una pandemia ancora in corso, ogni singola goccia è utile per un assetato. Concetto sottolineato anche da Sergio Fant, direttore artistico: “Il numero di spettatori è stato inevitabilmente incomparabile con i successi delle ultime edizioni: dopo mesi lontani dai cinema non si poteva certo sperare che l’abitudine alla sala tornasse in pochi giorni, tanto più in un periodo dell’anno inusuale per il festival”. Ma, a ben guardare, l’intuizione dello streaming ha convinto. Spiega Fant che “a maggior ragione siamo grati agli spettatori che ci hanno accompagnato in queste giornate, e ai registi che non hanno voluto mancare, ringraziandoci per aver dato un segnale che il cinema resiste e riparte. D’altro canto il successo del Trento Film Festival online con già oltre 3.000 utenti registrati e quasi 12.000 visioni in streaming, e davanti ancora un’intera settimana di disponibilità della piattaforma (fino al 9 settembre, ndr), ci conferma che il pubblico del festival non è diminuito, anzi, semplicemente ha preferito la dimensione domestica, o si è arreso alle difficoltà di spostamento, assecondando comprensibili preoccupazioni”.
Questa dimensione online, così come una forte presenza sul territorio per diluire il TFF oltre il classico appuntamento primaverile fino al periodo estivo in senso stretto, ci viene confermata anche per il prossimo anno da Leveghi. Indietro non si torna. Ed è questa una delle sfaccettature positive della pandemia. Del resto, se si è lavorato (e in molti casi si continua a lavorare) da remoto, e se le connessioni internet sono sempre più diffuse, veloci e stabili, perché limitare il TFF solo a chi ha la possibilità di recarsi per una settimana a Trento? Sciocco sarebbe stato gettare alle ortiche questa opportunità, fondamentale per ampliare il bacino di utenza.
Stesso dicasi per gli eventi diffusi. “Altrettanta soddisfazione ci è giunta anche dai territori e dalle valli del Trentino dove quest’anno il festival è stato presente, realizzando eventi e proiezioni in collaborazione con altre manifestazioni e istituzioni. Abbiamo sentito in questi luoghi e negli eventi che si sono svolti a Trento il grande affetto che le persone nutrono nei confronti del festival”, ha commentato la direttrice Luana Bisesti. E questa peculiarità potrebbe essere cruciale per la preservazione degli ambienti montani, troppo spesso oggetto di un turismo poco riflessivo e ancor meno responsabile, specie in questa estate così condizionata dal lockdown iniziato a marzo. Portare più consapevolezza non può che essere positivo. E può contribuire a invertire la piega presa negli ultimi anni. Anche sotto questo punto di vista, pare evidente che l’organizzazione del TFF farà tesoro dell’esperienza di quest’anno per poterla consolidare e replicare nel 2021.
Per la cronaca, il vincitore del premio più ambito è andato in Georgia – Paese ospite di questa edizione – con il documentario “A Tunnel” di Nino Orjonikidze e Vano Arsenishvili (Georgia/Germania, 2019, 90’). La Giuria internazionale – composta da Carlos Casas (Spagna), Salomé Jashi (Georgia), Gustav Hofer (Italia), Carmen Gray (Nuova Zelanda) e Matteo Della Bordella (Italia) – ha assegnato al film la prestigiosa Genziana d’oro Miglior film – Gran Premio “Città di Trento” – con la seguente motivazione: «Una straordinaria vicinanza, un senso per l’atmosfera visiva e un’ottima sintonia con gli squilibri strutturali del potere sono alla base di un film che dice molto del nostro attuale periodo di tensioni geopolitiche, di identità contestate e di un mondo globalizzato del lavoro e del capitale. Drammatico ma mai esagerato, il film identifica gli eventi di un piccolo villaggio come uno scontro tra passato e futuro, tra chi ha e chi non ha, in cui tutti abbiamo un ruolo». Per tutti gli altri vincitori, potete cliccare qui. E guardarli sulla piattaforma streaming del TFF. Un’occasione per riconnettersi con le terre alte. In vista del 2021.
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