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Dalla Val Pramper al Nevegal, nuove vie di misto e ghiaccio per Padros e compagni

Gen 23, 2021

Emanuele Confortin

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Poco tempo, meteo ballerino e spostamenti limitati. Tanto basta a Santi Padros e compagni per trovare quattro nuove perle ghiacciate a “due passi da casa”. Parliamo della Val Pramper e del Nevegal, si, proprio il Nevegal dove il ghiaccio verticale negli ultimi anni si è fatto sempre attendere. Di seguito vi riportiamo il resoconto di Padros e di Valter Salvadori, con alcune immagini delle diverse realizzazioni: una galleria immagini per ciascuna via. In chiusura riportiamo il tracciato e alcuni scatti di Wake me up when November ends, via aperta da Marco Bergamo e Santi Padros nel 2013 ma non ancora relazionata (tacciloro).

VAL PRAMPER, NUOVI SOGNI GHIACCIATI (di Santi Padros)

E da anni che frequento la Val Pramper nel periodo invernale e sempre ho osservato il settore in cui si forma la via “Per gli amici Every”, convinto sia un muro con molte possibilità. Questo è stato l’anno giusto, neanche parassimo di un buon vino.

Tra domenica 17 e martedì 19 gennaio abbiamo realizzato tre salite che potrebbero essere nuove vie, una quarta linea era stata aperta nel 2013 assiema a Marco Bergamo, ma non l’avevamo ancora relazionata. Si tratta di formazioni che richiedono condizioni particolari, come capita spesso con il ghiaccio, anche se non è la prima volta che si formano. Le vie sono state tutte salite utilizzando materiale rimovibile, e a parte “Fantastico Piacere”, dove è rimasto un chiodo di passaggio, non si trova niente altro lungo gli itinerari. (ripetitori avvisati).

TRIP FROM THE SEAY (Val Pramper, 330 m, WI5) aperta da Diego Toigo, Alessandro Bau e Santi Padros.

Avevo tanti progetti per questo inverno, però mettici le restrizioni e il meteo particolare mi sono trovato a riorganizzare i miei pensieri e tutti i progetti ghiacciati! Le avventure in Val Pramper iniziano un po’ di settimane prima, quando le grosse nevicate e le poche formazioni in giro, mi portano ad addentrarmi nella valle per controllare come è la situazione ghiaccio. Rimango sorpreso dalle quantità di linee che si stanno formando, però sono tutte sottilissime, arghhh…

CAMOSCIO SALTARINO (Val Pramper, 85 m, M6/WI5) aperta da Ruggero Corà, Piero Danieli e Santi Padros.

Il momento propizio arriva domenica 17 gennaio. Sono d’accordo con Diego Toigo per fare le prime spicozzate serie della stagione. Per l’occasione ci raggiunge anche Alessandro Baù. Andiamo diretti su questa prima linea un po’ a destra di “Per gli amici Every”, dove saltano fuori due bellissimi tiri, proviamo anche il terzo che sarebbe una corta colonna da 7-8 metri, ma dopo un metro non mi fido e torno indietro, finendo gambe all’ario con un volo di quelli proprio assurdi, per fortuna senza conseguenze.

Traversiamo a sinistra lungo la via “Trip on the Moon”, che però dentro il canale si divide in due linee. Qui arrampichiamo quella dentro il diedro ghiacciato molto spettacolare per il tipo di formazione. Finiamo con un ultimo tiro che potrebbe essere in comune con “Trip on the Moon”, insomma un bel casino e un bel divertimento, in un ambiente molto particolare ed alpino.

Il 18 son d’accordo con Ruggero Corà e Piero Daniele per fare una giornata d’aggiornamento ghiaccio. Gli propongo un’altra linea sempre nello stesso settore, questa volta è Ruggero che parte per un bel tiro, non difficilissimo ma da gestire con tenacia. Il secondo tiro, simpatico, sale un diedro camino fino una sottile candeletta delicata seppur con buone protezione su roccia. L’ultimo tiro è tutto su ghiaccio di ottima qualità, è Ruggero che si offre di terminarlo con bellissima tecnica e precisione. Due calate su ghiaccio ci lasciano contenti alla base, pronti per la sciatina verso valle.

FANTASTICO PIACERE (Val Pramper, 280 metri, M8/WI5+) aperta da Giovanni Zaccaria e Santi Padros.

Il meteo annuncia un netto peggioramente per dopo il 19 gennaio, così decido buttarmi sulla linea logica che manca sul muro. Assieme a me stavolta c’è Giovanni Zaccaria, arrivato per farsi la prima cascata de la stagione! Oggi la faccenda è più tosta, ci aspettano due tiri di misto per prendere dei bei festoni. La temperatura è ottima, attorno agli 0°C. Saliamo due tiri di avvicinamento facili per arrivare sotto il primo festone, li diventa una vera lotta per trovare come passare, alla fine riesco a mettere un chiodo e uscire dal primo strapiombino (rimarà la sezione più dura) e dopo una lunga traversata arrivo sul primo festone, dove è davvero spettacolare salirci sopra. Il tiro seguente lo gestisce Giovanni, tra l’altro siamo già al sole, wow… usando qualche friend riesce a salire, non senza delicatezza. Ne esce un tiro eccezionale, bello impegnativo, che spettacolo!

La via continua per una goulotte e un camino ghiacciato con delle formazioni inimmaginabili. Di nuovo calate su ghiaccio ci portano a terra, lasciandoci abbastanza luce per la sciata di rientro e salutare un’altra bellissima giornata immersi nella natura.

CONSIDERAZIONE: Penso che i due festoni riescano a toccare terra se il freddo continua, diventando una via tutta su ghiaccio con due candele molto impegnative! Il 20 gennaio siamo riusciti a fare un’altra prima salita (al meno così pensiamo), ma questa è una altra storia, ve la racconto in un altro momento.

ASSO DI PICCHE 85m. WI5+/6

“Una via molto speciale, bella, difficile, perfetta in tutti i suoi sensi, magia pura, natura unica”. E’ il primo commento con cui Santi Padros descrive Asso di Picche, la nuova via aperta XXXXXX il 20 gennaio, assieme a Valter Salvadori. Una linea ardita, 85 metri WI5+/6, nel cuore del Nevegal.

“Il mio amico Valter mi fa arrivare una foto di una cascata in Nevegal, proprio davanti all’abitato da Tassei, nella la foto la linea sembra proprio imbiancata e verticale, mmm. In realtà la salita è stata su ghiaccio plastico, asciutto ottimo, i primi metri sono abbastanza “psyco”, poi l’itinerario agira giganteschi cavolfiori e petali”

Il salito principale è stato superato con due tiri, poi ancora 30 metri facili fino al gretto dal torrente. “Camminando per 15-20min si risale fino alla casera e dopo si va fino la macchina” (Vedere cartina nella relazione per l’avvicinamento).

ASSO DI PICCHE (Nevegal, 85 m, WI5+/6) aperta da Valter Salvadori e Santi Padros.

La realtà di una passione, racconto di Valter Salvadori

Con te andrei in capo al mondo, sia da amico che da cliente. Una frase che ho ripetuto più di una volta a Santi, mai avrei immaginato che l’avventura più incredibile con lui, la vivessi proprio qui, fuori dalla porta di casa.

Abito nelle prealpi Bellunesi, dalle creste del “mio”colle ammiro sia Venezia che la Marmolada.

Il Nevegàl è molto frequentato per la possibilità di praticare le svariate attività invernali o le escursioni estive, ma apprezzato anche per la sua  posizione panoramica.

Durante la stagione invernale, divento un addetto agli impianti di risalita, tutti i giorni salgo con le pelli, e tutti i giorni vedo lo stesso panorama, non ti stufi mai,perchè è come guardare la persona amata, vai a cercare le sfumature dei tramonti, le rughe delle penombre, la sinuosità delle sue forme.

Ed è proprio cercando sempre con lo sguardo qualcosa di nuovo, che noto dei pezzi di ghiaccio attaccati ad una parete a un paio di chilometri in linea d’aria.

Per ben tre inverni l’ho tenuta d’occhio, ma o rimaneva distinta in tre tronconi, oppure si formava a febbraio, quando ormai il sole la riscaldava troppo, la posizione è ad est a circa 750 metri di quota.

Quest’anno, l’inverno è di quelli veri e l’11 Gennaio decido di mandare una foto a Santi, si vede benissimo che non tocca a terra, ma la linea è seducente, gli dico anche, che per me è inviolata e lui mi risponde super entusiasta: – mettiamoci d’accordo che la prossima settimana l’apriamo.

Nove giorni dopo, il 20/01/2021 ci troviamo per decidere se arrivare all’attacco, da sopra o da sotto, più ci avviciniamo con l’auto e più ci appare chiaro, che la soluzione meno incasinata è da sopra.

Parcheggiamo l’auto in una proprietà privata, lasciando ben visibile un biglietto di scuse per l’intrusione, spediamo il drone a filmare il percorso, ci addobbiamo e partiamo con le ciaspole nel bosco fitto.

Raggiunto il vertice attrezziamo una sosta e ci caliamo, mentre sentivo Santi che corteggiava con commenti meravigliati la struttura, io rimanevo senza parole.

Forme incredibili di fiori,cavolfiori, carciofi, candelabri, mi chiedevo come si poteva salire senza rovinarla, senza rompere niente, sembrava l’isola di Murano dove se ti giri con lo zaino devasti un negozio di vetro soffiato.

Messo da parte lo stupore si inizia con l’affrontare questa delicata meraviglia. Quando arrampico con Santi, osservo sempre i suoi movimenti, il suo partire deciso come se già sapesse come risolvere l’enigma.

Silenzio totale mentre lo assicuro per i primi dieci metri da fiato sospeso, si muove come un felino su un lampadario di cristallo, le viti che entrano nel vuoto, mi fanno ricordare che la base a terra si è attaccata due giorni prima. Quando si rende conto che il peggio è passato, arriva l’urlo liberatorio, solo allora inizio a fare le foto.

Riparte per altri venti metri, prima di attrezzare una sosta per spezzare la tensione, poi è il mio turno, consapevole che per questo tratto delicato verticale e anche un pò strapiombante, dovrò metterci tutta la forza, la determinazione e la volontà, perchè si possa portare a termine quest’avventura.

Passato quel tratto dove non ricordo nulla, sopra è ancora dura, ma ormai ero in ballo e mai mi sarei fatto parancare, tiro come una bestia fino alla sosta, cercando le fessure, e battere il meno possibile. La sosta è comoda, ancora lunghi momenti di attenzione su un passaggio verticale e poi quando sparisce dalla mia vista, aspetto il momento in cui vedrò le corde fermarsi.

Tocca a me, ancora qualche metro di verticale, dove mi brucio per togliere le viti, e inizio a vedere la macchina fotografica di Santi che mi scatta decine di foto dalla sosta prima del tratto facile, all’improvviso sento un botto nella struttura, Santi dalla sosta mi dice di battere più piano, ma ero fermo, non sono stato io gli rispondo.

Ho accelerato un pò per arrivare il prima possibile alla sosta su chiodo. L’ultimo tiro facile, mi svuota la testa, e penso a tutti gli anni trascorsi in questi luoghi selvaggi, alle poche persone che abitano questa valle, tanto amata dallo scrittore Dino Buzzati, con il Gruppo Dolomitico della Schiara che domina Belluno, a questa cascata proprio alle sue porte, mi faccio prendere dall’emozione per questo regalo che solo un amico come Santi te lo può porgere nel piatto, il nome “Asso di Picche” mi è venuto spontaneo, l’Asso in questione è lui, le Picche sono i suoi artigli.

Circa cinque ore è durato in totale questo viaggio, dove ho alternato attenzione per la salita e sguardi nella sottostante valle del torrente Cicogna, dove anni fa portavo le mie figlie a fare il bagno d’estate.

Santi Padros ringrazia tutti questi compagni di avventure per la disponibilità, pazienza, motivazione, allegria e fatiche che, condivise con freddo ed amore. Ringrazia specialmente TRANGOWORLD ed AKU per il sostegno.

WAKE ME UP WHEN NOVEMBER ENDS (Val Pramper, 90m, M7+/WI5)

 

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