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Con il fiato sospeso a duemila metri

Giu 10, 2020

Riccardo Avola

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Ancora una splendida selezione di scatti da , fotografo marchigiano naturalizzato ad Arco, in Valle del Sarca. Oggi Riccardo ci porta sul Lago Nero, in Val Nambrone, per raccontarci la genesi di una foto serale, sul limitare tra il giorno e la sera.

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Scattare una fotografia può essere paragonato alla salita di una cima. Un lavoro di studio. Richiede pianificazione, poi la conoscenza del luogo e non di rado molti tentativi. Per ottenere risultati soddisfacenti servono costanza, impegno e dedizione.

La prima volta che vidi il Lago Nero era completamente ghiacciato. In quell’occasione ero con un mio carissimo amico e mentore. Lasciata l’auto al parcheggio del rifugio, siamo saliti attrezzati di tutto punto per passare la notte in tenda. L’abbiamo piazzata nei pressi della riva, sulla neve. Un’avventura indimenticabile.

Da quel giorno mi sono innamorato di questo lago d’alta quota e ho cominciato a frequentarlo assiduamente, per capire quali sono i momenti migliori per scattare in base alla stagione, al vento, alla posizione del sole e alla quantità d’acqua presente.

Per arrivare al rifugio Cornisello si attraversa la Val Nambrone, dove il colore dell’acqua del Sarca è turchese e i sentieri si immergono in un bosco che diventa fatato con la luce del mattino.

In questi luoghi ho sperimentato diverse composizioni, ricercato dei punti di vista alternativi e aspettato la luce giusta, per poi pianificare il momento con le maggiori probabilità di ottenere uno scatto degno. Ho cercato la bellezza nei riflessi, nelle simmetrie, nelle luci del bosco, nei colori dell’acqua, della terra e del cielo.

La mia è una ricerca paziente, un camminare lento associato a un agire veloce. Sempre alla ricerca quel preciso istante in cui la luce e il soggetto sono in perfetta armonia.

Questa foto è il risultato di un lavoro di pianificazione, di esplorazione e di molti esperimenti. Non sono mancanti anche gli imprevisti e i colpi di fortuna! In fondo, quello che rendono belle le nostre amate montagne, sono proprio quei momenti improvvisi e inaspettati che ci lasciano col fiato sospeso a più di duemila metri sul livello del mare.

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1 commento

  1. Posto spettacolare e descrizione che non puoi che incuriosire un ex fotografo che ha smesso perché dedicava più tempo a studiare una foto che a scattare.
    Senza dubbio un posto dove andrò il prima possibile.
    Grazie di avermelo fatto scoprire.

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Riccardo Avola

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