La domanda è sempre la stessa: esistono ancora luoghi intonsi dove cercare l’avventura in Dolomiti? Parliamo di avventura alpinistica ovviamente, e di luoghi in cui tracciare nuove vie. La risposta è si! Lo dimostra Madre Tierra, la nuova super via (750 m sviluppo; M6+, AI5+) tracciata in due tentativi il 21 e il 30 gennaio da Santi Padrós, Diego Toigo, Giovanni Andriano e Ruggero Arena. Dove? Sulla celebre Rocchetta alta di Bosconero (2.412 m), un monumento del dolomitismo, conosciuta soprattutto per i lunghi e impegnativi itinerari su roccia, ma fino a oggi quasi ignorata dagli habitué del ghiaccio e misto. Qui, Madre Tierra sembra aver portato alla luce un angolo nascosto di Patagonia, parola di apritori.
Incuriositi dai rumors giunti via chat, abbiamo chiesto agli apritori di dirci come sono andate le cose. Ecco il racconto della salita scritto da Diego Toigo (ritratto nella foto di copertina, di Ruggero Arena) assieme a una selezione di splendide foto dell’apertura, più alcune aggiunte da Mirco Grasso e Matteo Furlan, autori il 2 febbraio della prima ripetizione che ha confermato gradi, tempi e impressioni degli apritori. A fondo pagina la foto del tracciato e la relazione.
Video di Santi Padrós.
Questa stagione poco “invernale” ci ha già regalato delle belle soddisfazioni, basta un po’ di fantasia, voglia di andare a vedere anche col rischio di fare un buco nell’acqua (nel vero senso della parola) e mucha motivacion e qualcosa si combina sempre. In quanto a motivazione e passione vera Santi è assolutamente il compagno di cordata ideale…
Questa avventura inizia il pomeriggio del 20 gennaio, per il giorno seguente era già tutto organizzato, si va in Travenanzes a divertirci e magari a fare qualche bella foto visto che con noi c’era “Ruggi” Ruggero Arena accompagnato dal motivatissimo Giovanni Andriano.
Sto lavorando a tutta per essere libero il giorno dopo e mi arriva una foto della Rocchetta con una linea d’argento nel mezzo e sotto due parole: VAMOS MAŇANA!! Ovviamente è Santi il mittente, subito mi viene qualche dubbio sul fatto di riuscire ad aprire una via del genere in due cordate e in giornata quindi dopo un’attenta analisi la risposta è perentoria: “CLARO QUE SI!!”
La mattina dopo alle 6 siamo tutti e quattro al parcheggio del Bosconero, caffè, strategia, zaini, risate, tanto sonno e si parte. In due orette siamo al canale di accesso a questa linea dei sogni. Imbrago, attrezzatura e via si parte, il primo tiro ci fa già capire come andrà la giornata: tratti di neve ghiacciata dove le picche tengono ma le viti no, si alternano a tratti di neve dove neanche le picche tengono… e via di runout e speranza!! Sul secondo tiro le speranze vengono infrante da un paio di voli per fortuna senza conseguenze ma alla fine passiamo. Sull’uscita del terzo tiro si continua a sperare perché di proteggersi non se ne parla, ma i tiri sono veramente belli e sostenuti, alpinismo allo stato puro. Santi si spara un altro tiro da antologia su ghiaccio sottile mettendo un paio di totem che fanno sorridere perché da buoni amici sai che in caso di volo ti seguirebbero!!
Ormai sono già le 14, ci guardiamo, per oggi basta così… scendiamo ma non è una sconfitta, è stata una bella avventura che finisce al banco dell’Insonnia con 4 birre e 4 panini commoventi. Passano alcuni giorni, continua imperterrita l’alta pressione e il tarlo in testa continua a rodere, ci torno o non ci torno… “Ok Santi, andiamo giovedì!!”
Così esattamente una settimana dopo siamo ancora alla base del primo tiro, riparto un po’ più insicuro dell’ultima volta, forse i voli hanno lasciato il segno in testa, ma alla fine lottando arrivo in sosta dopo un lungo runout su simpatica nevetta morbida, mi fermo un minuto e cambio il chip nella testa, mi vengono in mente le tre regole basiche di quando si scala in Patagonia: NO HACERSE DANO, VOLVER COMO AMIGOS, HACER CUMBRE!! (Non farsi male, tornare da amici, arrivare in cima!!) Da lì mi sembra di essere teletrasportato sulle tanto amate e odiate cime del Sur del mundo, e quel gioco lo conosco…. VAMOS PA ARRIBA!!
Santi si spara senza problemi il temuto secondo tiro che con i due chiodi che abbiamo lasciato nel primo tentativo scorre via più tranquillo, il terzo tiro parte con del bel ghiaccio dove le picche vibrano come piace a me ma finisce con la solita simpatica nevetta che ti obbliga a fare l’ultimo passo cercando di non pensare a quel totem 5 metri sotto di te. Il quarto tiro tocca ancora a Santi che come una settimana prima dimostra tutta la sua eleganza e self control su questa placca ricoperta da 5 cm di ghiaccio, chapeau!!
Da qui in poi si torna su terreno vergine e anche il quinto tiro mi fa sudare su una sezione con neve inconsistente che per fortuna nasconde delle fessurine su sui friend e picche mordono bene, altri 60 mt fatti… da qui traversiamo più facilmente su una cengia nevosa per iniziare la parte alte che ci regala una serie di belle goulotte da far invidia alle vie del Bianco, e qui siamo solo noi e anche i primi a passarci, che figata!!!
Nella seconda parte le difficoltà diminuiscono ma ogni tiro riserva almeno un passaggio in camino impegnativo e da non sottovalutare, il morale è alto e vediamo la forcella sempre più vicina, anche se continuiamo a far tiri da 60 mt e non la raggiungiamo mai.
Nella grottina dell’ultima sosta sento Santi imprecare anche negli ultimi venti metri, poi il silenzio e finalmente il grido che aspettavo: “YA ESTA!!! CUMBREEEE!!!”
Parto veloce ma rallento subito, in effetti anche l’ultimo tiro non si lascia boxare tanto facilmente, come direbbe il potente Mass, però ormai ci siamo, ultimo metro, forcella, cima!! Ululiamo al tramonto, godendo dello spettacolo che ci circonda con tutte le Dolomiti infuocate attorno a noi…
Stretta di mano, due battute, tè, cioccolata, corde in spalla e giù sull’altro versante sfruttando l’ultima ora di luce. Con tre doppie siamo alla forcella tra la Rocchetta e il Sass de Toanella, qui capiamo che le difficoltà sono proprio finite, scendere per il canale è molto più facile che in estate e in meno di due ore siamo al rifugio. Un’ora dopo siamo ancora all’Insonnia a brindare a questa MADRE TIERRA, un viaggio totalmente patagonico in uno degli angoli più magici delle Dolomiti.
La via Madre Tierra è dedicata alla Patagonia e alle sue esperienze uniche, al nostro mondo terrestre, a Monica Campo (compianta gestrice del Rifugio Bosconero)
Informazioni
Avvicinamento: parcheggio a Pontesei. Si segue il solito avvicinamento per le vie della Roccheta Alta di Bosconero. In vista delle pareti si devia a destra verso il canale compreso tra la Roccheta Alta e Bassa, puntando al poco apparente piccolo canalino, lo si risale fino a una piccola grotta, sotto il camino dal primo tiro, 2 ore.
Discesa: dalla forcella scendere verso Est (attenzione), in direzione della forcella tra Rocchetta Alta e Sasso di Toanella dove sono attrezzate due calate di 60m su spuntoni e un’ultima di 30m su abalakov.
Dalla forcella si scende facilmente per il canale innevato.
In apertura sono state richieste 9 ore di arrampicata, ma considerato il valore degli apritori (e dei primi ripetitori), non è da escludere un bivacco.
Per una ripetizione serve: sono attrezzate 4 soste, la quinta ha solo un chiodo, dopo di che niente più. Un set di Totem, e n°2 e 3 camalot, e due microFriends, ripetere un paio di misure medie può tornare utile. 5-6 viti di ghiaccio, anche se non si protegge facilmente. 4-5 chiodi da roccia